Salmo dell'11 febbraio 2019

Tutti da te aspettano!
Sal 104 (103)
"Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio! 
Sei rivestito di maestà e di splendore,

avvolto di luce come di un manto,

tu che distendi i cieli come una tenda,

costruisci sulle acque le tue alte dimore, 

fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,

fai dei venti i tuoi messaggeri 

e dei fulmini i tuoi ministri.

Egli fondò la terra sulle sue basi:

non potrà mai vacillare.

Tu l'hai coperta con l'oceano 

come una veste; 
al di sopra dei monti stavano le acque.

Al tuo rimprovero esse fuggirono,

al fragore del tuo tuono si ritrassero atterrite.

Salirono sui monti, discesero nelle valli, 

verso il luogo che avevi loro assegnato;

hai fissato loro un confine da non oltrepassare, 

perché non tornino a coprire la terra.

Tu mandi nelle valli acque sorgive 

perché scorrano tra i monti,

dissetino tutte le bestie dei campi

e gli asini selvatici estinguano la loro sete.

In alto abitano gli uccelli del cielo 

e cantano tra le fronde.

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,

e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.

Tu fai crescere l'erba per il bestiame 

e le piante che l'uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra,

vino che allieta il cuore dell'uomo, 

olio che fa brillare il suo volto 
e pane che sostiene il suo cuore.

Sono sazi gli alberi del Signore,

i cedri del Libano da lui piantati.

Là gli uccelli fanno il loro nido

e sui cipressi la cicogna ha la sua casa;

le alte montagne per le capre selvatiche, 

le rocce rifugio per gli iràci.
Hai fatto la luna per segnare i tempi
e il sole che sa l'ora del tramonto.

Stendi le tenebre e viene la notte:

in essa si aggirano tutte le bestie della foresta;

ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda 

e chiedono a Dio il loro cibo.

Sorge il sole: si ritirano

e si accovacciano nelle loro tane.

Allora l'uomo esce per il suo lavoro, 

per la sua fatica fino a sera.

Quante sono le tue opere, Signore! 

Le hai fatte tutte con saggezza; 
la terra è piena delle tue creature.

Ecco il mare spazioso e vasto: 

là rettili e pesci senza numero, 
animali piccoli e grandi;

lo solcano le navi

e il Leviatàn che tu hai plasmato 
per giocare con lui.

Tutti da te aspettano

che tu dia loro cibo a tempo opportuno.

Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; 

apri la tua mano, si saziano di beni.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;

togli loro il respiro: muoiono, 
e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;

gioisca il Signore delle sue opere.

Egli guarda la terra ed essa trema,

tocca i monti ed essi fumano.

Voglio cantare al Signore finché ho vita, 

cantare inni al mio Dio finché esisto.

A lui sia gradito il mio canto, 

io gioirò nel Signore.

Scompaiano i peccatori dalla terra 

e i malvagi non esistano più. 
Benedici il Signore, anima mia. 
Alleluia".

La liturgia di oggi ci propone pochi versetti del Salmo 104 che è lode alla creazione in una poesia così bella che parla ancora al nostro cuore.
Si rimane colpiti dalla sensibilità di questo poeta vissuto circa 3000 anni fa che prima di noi ha cantato in modo sublime i primi capitoli della Genesi dando voce allo stupore e alla meraviglia di fronte al creato.
Il salmista scrive questo inno perché la tradizione orale aveva tramandato fino a lui un altro inno scritto da un faraone sui generis, Akhenaton.

Il faraone  Amenofi IV, morto nel 1339 a.C. è unico in Egitto per aver cambiato il suo nome dopo 6 anni del suo regno in Akhenaton, convertendo se stesso, la sua famiglia e tutto il Regno al monoteismo.
Egli si diceva unico figlio, sacerdote  e mediatore del dio Aton, il disco solare, e modificò tutta la religione egiziana vietando gli altri culti politeistici e facendone chiudere i templi.
La rivoluzione causò una grande ribellione nei sacerdoti perché da culto includente tutte le divinità possibili, diventava escludente e ne riconosceva solo uno.
La sua vita è affascinante per come costruisce una nuova città, nuovi usi, nuove raffigurazioni della famiglia reale che è sempre raffigurata con il sole che la illumina dai raggi.
La regina, mai presente nei bassorilievi fino a quel momento, è adesso ritratta sempre accanto al faraone con i suoi figli.
La maternità di questo Dio nuovo traspare dagli scritti e questo inno in cui si esaltava la grandezza del Sole, creatore di tutte le cose è di una bellezza incredibile.
Alla morte di Akhenaton la dinastia sacerdotale distrusse le tracce del suo regno, cancellando il nome del Faraone e di Aton, e ripristinando il precedente culto politeista.
Solo allaafine del 1800 si iniziarono gli scavi che fecero ritrovare la sua città.
Ad Akhenaton siamo debitori della sua fede in un Dio unico perché primo esempio a cui gli Israeliti hanno fatto riferimento.
Il Signore aveva toccato sicuramente il  suo cuore e la sua fede è arrivata fino a noi.

Il salmista conosce perfettamente l'inno e lo riscrive con la sua sensibilità.

È l'unico salmo che non abbia affiancata la lode del creato alla lode per l'opera salvifica di Dio.
Negli altri salmi i due elementi, creazione e salvezza, sono sempre compresenti.
Solo stupore, lode del creato e grandezza del Signore sono cantate in questo salmo.
Israele fa esperienza della salvezza del Signore proprio quando è portato fuori dal politeismo egiziano.
La salvezza dalla schiavitù e il cammino nel deserto faranno approdare la riflessione teologica ebraica alla certezza che il Signore è creatore di tutto l'universo.
I testi della creazione in Genesi sono stati scritti ed elaborati a partire dall'Esodo.

C'è da dire che in nessun periodo della storia successiva un re o un profeta israelita prese le connotazioni di Akhenaton perché nessuno poteva dirsi unico mediatore in terra dell'unico Dio.

La salvezza operata solo da Dio rimarrà sempre nel cuore degli ebrei che la vedranno come la vera opera creatrice del popolo.
Per noi Dio non è più solo il sole Aton, che illuminando e riscaldando crea.
È il Dio di Mosè, di Abramo e di Gesu Cristo che salva l'umanità portandola verso la Luce.

Come l'inno di Akhenaton è riconosciuto da noi ispirato da Dio, così possiamo dire che il Salmo 104 è un dono di lode a tutta l'umanità.

Tutti possono recitarlo e dirsi figli di questo Dio che traspare nella creazione.
La sua gloria riempie la terra e ci fa riconoscere di essere tutti figli suoi. 
"Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere".

Commenti



  1. In tutto questo bel quadro, mi colpisce un particolare: Dio che “gioca”(v.26), “si diverte” dice la TOB, “gioisce”(v.31). E’ vero, è un linguaggio poetico, sono immagini letterarie, ma perché non pensare che anche Lui possa gioire, sorridere e “ridere” (come dice la Bibbia di Ger.)? Se pensiamo a come sia importante il gioco per lo sviluppo dei bambini o lo sport per piccoli e grandi, viene da dire che il giocare e il ridere non debbano essere estranei alla realtà di Dio. Egli non vive certo in quell’immobilismo, in cui lo abbiamo immaginato in passato; e nemmeno la nostra vita in Lui dopo la morte può essere una contemplazione eterna senza sentimenti ed emozioni. – Comunque sia, oggi abbiamo un altro bel mantra, che siamo abituati anche a cantare a messa: “Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra”(v.30). Il soffio del Signore, il suo Spirito sono la fonte del nostro essere, della nostra vita. 
    (ROBERTO TUFFARIELLO)

    RispondiElimina


  2. 33 Voglio cantare ..... al mio Dio finché esisto. (letteralmente: finchè “ancora” io) .........

    35 e i malvagi non esistano più. (letteralmente: i malvagi “ancora” non ci siano)

    Questo “ancora” mi sembra importante perchè mette in relazione tra loro il tempo, il canto e il mistero del male. C’è un legame stretto tra il tempo che ci donato e il canto e, nel contempo, tra il canto e la battaglia spirituale da combattere. Il canto dunque non è un “optional” e neanche un condimento estetico e accessorio ma è costitutivo della identità del credente. (Bardo)

    RispondiElimina


  3. Mi pare si possano fare due osservazioni preliminari alla grande preghiera di questo Salmo. La prima è come sia rigorosamente assente ogni forma di “divinizzazione” della natura: tutto è creatura di Dio, compreso quindi l’uomo del ver.23. La seconda osservazione mi porta a notare come peraltro la creazione sia in certo senso “ikona” e “parabola” di Dio: tutto assume significato, compito e fine per il suo rapporto con il Creatore, e tutto esprime la sua signoria e la sua azione. Secondo la grande tradizione che accompagna le Scritture tutto canta le lodi di Dio e tutto lo rivela e lo illumina. Genesi è la memoria della creazione e questo Salmo, come molti altri testi biblici, ne svela la funzione e la potenza di rivelazione. Se Genesi è memoria della creazione, testi come questo ne dicono “il perché” e lo scopo.
    (GIOVANNI NICOLINI)

    RispondiElimina
  4. Tutti da te aspettano!
    Quanto è grande
    questo tutto?
    Solo con Dio
    tutto
    è vero tutto.
    Mio tutto
    sei tu.
    Mio tutto
    sarai tu.
    Mio tutto
    tutto tuo
    mi scopro.
    (Giorgio)

    RispondiElimina
  5. È un salmo bellissimo, narra la vita, loda il creato. Mi perdo nelle sue parole, e percepisco l'immortalità della mia esistenza e il non "esserci ancora" della malvagità. Grazie signore perché nella Tua parola tutto è redento

    RispondiElimina
  6. "hai fissato loro un confine da non oltrepassare,
    perché non tornino a coprire la terra."
    Dio creatore, Dio padre, Dio amante... hai pensato a tutto, hai disposto tutto, per il bene delle tue creature, per la Vita...
    Ho sperimentato tante volte che l' abisso è sotto il tuo controllo e non mi soffoca, perché anche quando vi cado, tu sei con me nel profondo...

    RispondiElimina
  7. Benedico il Signore per i salmi che sono una preghiera vera e sentita e ci permettono di parlare con Dio intimamente , essi diventano indispensabili quando ho bisogno di relazionarmi ed entrare in comunione con Gesù sono una vera grazia....quando sono nella solitudine, nell angoscia o anche nella gioia con la mia famiglia o nella solidarietà con gli altri, pregare il salmo diventa un bisogno, una necessità, si desidera dialogare con il Padre per entrare in stretto contatto con Lui e dirgli grazie Signore, grazie per tutto quello che mi dai, grazie per la creazione , tutto è bello e spettacolare, tutto ha un senso e un suo fascino ,tutto è perfetto.......

    L'anima mia ha sete di Dio.
    Come un cervo anela a ruscelli di acque, così la mia anima anela a te, o Dio.(salmo 42)

    RispondiElimina
  8. "..E così avvenne."
    Tutto è stato pensato per il mio bene;tutto il creato mi riporta a Te Signore ,perché in esso è la Tua presenza.
    E tu gioisti per farmi gioire con te.
    Grazie Signore per tutto quello che mi dai ancora oggi:come nella creazione tutto veniva ricomposto nell'armonia,così Signore continui a ricomporre lamia vita con la tua parola ogni giorno

    RispondiElimina
  9. "..E così avvenne"
    Tutto è stato pensato per il mio bene.
    Tutto il creato mi riporta a Te Signore perché in esso è la tua presenza.
    ..e Tu gioisti per farci gioire..
    Grazie Signore per tutto quello che mi dai ancora oggi,per il tuo continuo creare e ricreare:come nella creazione tutto veniva ricomposto nell'armonia,così Signore continui a ricomporre la mia vita con la Tua Parola ogni giorno.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019